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Regione Piemonte

Storia e Memoria

Storia e Memoria

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nome di Serravalle appare per la prima volta in un documento del 1140, l’originario nucleo del borgo chiudeva la gola della Valli Scrivia e Crenna, da qui “Serra Vallis”. Le sue origini risalgono all’antica città di Libarna, centro romano situato sulla Via Postumia tra Genova e Tortona.

Quando, intorno al III secolo d.C., la città decadde in seguito alla prevalenza di altri percorsi viari, si formò nei suoi pressi il borgo fortificato che costituì il nucleo della Serravalle odierna. Nel Medioevo appartenne all’Episcopato, dal 1122 al Comune di Tortona e nel 1155 venne occupata dagli alleati del Barbarossa. 

Per secoli fu contesa da diverse famiglie di feudatari tra cui i Visconti e gli Spinola. Compresa nel ducato di Milano nel 1580, fu poi coinvolta nella guerra di Successione Spagnola passando nel 1713 agli Austriaci e nel 1738 ai Savoia. Durante la guerra di Successione Austriaca fu occupata dai Franco Spagnoli (1745) mentre con le guerre napoleoniche (1798) fu annessa alla Repubblica di Genova. I francesi, possedutala dopo la battaglia di Marengo, vi fecero demolire il castello.

Nel 1815, in seguito al Congresso di Vienna, Serravalle Scrivia ritornò ai Savoia e la sua storia si intrecciò con quella del Regno d’Italia.

Denominazioni storiche del Comune di Serravalle Scrivia:

18/03/1861 – Unità d’Italia – Serravalle (Alessandria)

21/02/1863 – Cambio Denominazione R.D. N. 1126 del 11/01/1863, da Serravalle a Serravalle Scrivia (Alessandria)

08/09/1937 – Cambio Denominazione R.D. N. 1407 del 01/06/1937, da Serravalle Scrivia a Serravalle Libarna (Alessandria)

08/05/1947 – Cambio Denominazione D.L.P. N. 234 del 02/03/1947, da Serravalle Libarna a Serravalle Scrivia (Alessandria)

Aggiornameno ISTAT del 22/01/2024. Dati SISTAT al 30/04/2013.

Sezioni

Erede dell'antica città romana di Libarna, Serravalle, fu sin dall'antichità, importante nodo viario e commerciale, dall'antica, romana via Postumia, alla moderna autostrada Milano-Genova, la città si sviluppò ed affermò grazie alla sua posizione baricentrica, tra Genova, Milano e Torino, lungo la direttrice tra la Pianura Padana ed il mare.

Lasciatosi alle spalle un passato industriale, in origine legato al commercio, alla produzione del tessile, quanto del latterizio, ed in tempi più recenti, all'industria dolciaria ed agroalimentare, settori che videro Serravalle affermarsi come uno dei centri di riferimento del cuore produttivo del Basso Piemonte, capace di esprimere realtà produttive di livello nazionale, la città ha ripensato, negli ultimi dieci anni, il proprio futuro economico ed oggi ospita l'area commerciale più estesa d'Europa, con tre grandi centri commerciali, centinaia di negozi e punti vendita, delle più diverse categorie merceologiche.


Risorse on line

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La storia di una città, letta attraverso la storia dell'istituzione locale: il Comune e la politica locale; le uomini e donne che prestati alla politica per più o meno tempo, con ruoli e sotto varie insegne di partito, con alleanze diverse ed esperienze politiche, professionali diverse, ne hanno amministrato le sorti, e governato lo sviluppo, gestito la cosa pubblica, dal Novecento ai giorni nostri.

La politica ed i politici Serravallesi, le decisioni e gli atti che hanno segnato la storia e lo sviluppo sociale ed economico della città. Ripercorse in poche sintetiche righe, in alcuni documenti monografici, momenti storici diversi vissuti  a Palazzo Comunale, in via Berthooud 49.

Dai fermenti politici e sociali dell'inizio del Novecento, alle contraddizioni che segnarono il periodo a cavallo tra le due Guerre Mondiali; all'esperienza del Regime Fascista, alla Resistenza, alla Lotta per la Liberazione ed al ritorno alla Democrazia; la nuova crescita economica ed il "benessere" degli Anni Cinquanta, sino ai difficili e tumultuosi Anni Settanta ed Ottanta.


Approfondimenti

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https://elezionistorico.interno.gov.it/

La vita sociale della comunità cittadina di Serravalle Scrivia, ripercorsa attraverso le storie delle tante realtà che negli anni hanno visto i serravallesi impegnarsi per il bene della città, sin dall'inizio del Novencento, sino ad oggi. Dalle molte associazioni di volontariato, ai circoli ricreativi, sociali, politici, religiosi; alle società operaie, e di mutuo soccorso; dai gruppi musicali, canori e bandistici; dalla croce rossa italiana, al volontariato socioassistenziale; dai sodalizi sportivi, alla pro loco.

Tante "anime", tante vicessitudini e, soprattutto tanti volti, per altrettante espressioni della vivacità e della propositività del tessuto sociale serravallese; realtà da sempre impegnate, con generosità ed amore per il proprio paese, per fare di Serravalle una città più viva, più bella, più solidale.


Risorse on line

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La storia economica e sociale della città, lo sviluppo urbanistico e sociale di Serravalle e della sua Comunità, raccontati dalle statistiche e dall'analisi dello sviluppo demografico cittadino, dagli inizi del Novecento ai giorni nostri. Una breve disamina delle dinamiche demografiche e migratorie, dati e relazioni per meglio comprendere le storie di ieri e la realtà di oggi.


Risorse on line

https://demo.istat.it/

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La storia dello sviluppo economico e sociale della città, della sua strategica rete viabilistica, raccontati dall'analisi delle diverse fasi dell'evoluzione urbanistica, edilizia  ed infrastrutturale del territorio del Comune di Serravalle Scrivia.

Dal concentrico originario d'inizio Secolo, stretto tra la massicciata della liena ferroviaria Torino-Genova ed il limes roccioso del disegnato dalle falde del colle degli Arimanni, al "boom" del mattone vissuto negli anni Cinquanta, alla Riforma Urbanistica, al primo Piano Regolatore Generale, al lento ma inarrestabile declino del Centro storico degli anno Ottanta, alle nuove prospettive degli anni Novanta e del Duemila, contrassegnato dall'imponente sviluppo commerciale e viario in zona Praga,  con la nascita e lo sviluppo dell'area commerciale più grande d'Europa; sino ai segni di nuova vitalità del Centro Storico, con gli impegnativi progetti di recupero e riqualificazione dell'Amministrazione comunale.


Risorse on line

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Albo dei Sindaci di Serravalle Scrivia dal 1900 ad oggi

MONTALDO Paolo
Da marzo 1900 a maggio 1900BALBI Luigi
Da maggio 1900 a giugno 1901GIACOBONI Lorenzo
Da giugno 1901 a luglio 1905DAVICO Giuseppe
Da luglio 1905 a giugno 1910GIAVOTTO Nicolò
Da luglio 1910 a settembre 1910BOSIO Luigi
Da settembre 1910 a novembre 1911

BALBI Albino
Da dicembre 1911 a gennaio 1913 (Assessore Anziano facente funzioni di Sindaco)

ARAGONE Carlo
Da febbraio 1913 a giugno 1914

DAVICO Giovanni
Da luglio 1914 a settembre 1917

TRABUCCO Erasmo
Da novembre 1917 Ad ottobre 1920

AGRETTI Giuseppe
Da ottobre 1920 a luglio 1922

GIAVOTTO Emilio Mattia
Da aprile 1923 a gennaio 1926

DAVICO Giovanni
Da maggio 1926 a settembre 1931 (Podestà)

GALFO Orazio
Da settembre 1931 a luglio 1935 (Podestà)

FERRARI Pietro
Da settembre 1935 a marzo 1938 (Podestà)

INGA Vincenzo
Da agosto 1939 a luglio 1944 (Podestà)

SAREDO PARODI Marcello
Da luglio 1944 ad aprile 1945 (Commissario Straordinario)

GUARESCHI Giacinto
Da aprile 1945 a marzo 1946 (Sindaco designato dal C.L.N.)

MANFREDI Eraldo
Da marzo 1946 a maggio 1951

VARESE Clemente
Da giugno 1951 a maggio 1956

REPETTO Pietro
Da giugno 1956 a maggio 1964

PICCABELLOTTI Umberto
Da maggio 1964 ad agosto 1975

GROSSO Michelangelo
Da agosto 1975 a settembre 1980

DEMICHELI Lorenzo
Da settembre 1980 a marzo 1982

AUSTA Riccardo
Da marzo 1982 ad ottobre 1983

ZITO Giovanni
Da ottobre 1983 a febbraio 1984 (Commissario Straordinario)

PALAMONE Raffaele
Da febbraio 1984 a febbraio 1988

GENNARO Giorgio
Da febbraio 1988 a maggio 1992

MOLINARI Antonio
Da maggio 1992 a maggio 2002

DAZZI Emanuele
Da maggio 2002 a maggio 2007

MOLINARI Antonio
Da maggio 2007 a maggio 2012

CARBONE Alberto
Da maggio 2012 a giugno 2022

BIAGIONI Luca

Da giugno 2022 ad oggi


Fino alla promulgazione del "Testo unico della legge comunale e provinciale", con Regio Decreto, 10 febbraio 1889, nr. 5921, il Sindaco era nominato dal Sovrano.


Per approfondire

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Elenco delle donne elette a cariche pubbliche, dal 1946 ad oggi, nell’Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia:

CIARLO Elisa. Eletta Consigliere Comunale di maggioranza, dal 1975 fino al 1980, per la Lista del Partito Comunista Italiano.

BIGNARDI Maria Vittoria. Eletta Consigliere Comunale di minoranza, dall’agosto 1975 ad agosto 1983, con la Lista del Partito Socialista Democratico Italiano.

MASSONE Anna Maria. Eletta Consigliere Comunale di maggioranza, dal 1980 al 1994, per la Lista del Partito Comunista Italiano.

GIORGI Tiziana. Eletta, dal 1980 al 1982, in qualità di Consigliere Comunale di maggioranza, per la Lista del Partito Comunista Italiano.

BAVENTORE Maria Antonietta. Eletta Consigliere Comunale di maggioranza, dal 1982 al 1983, con la Lista del Partito Comunista Italiano.

BAGNASCO Gisella. Eletta, dal 1994 al 2002, Consigliere Comunale con delega al personale e alla Polizia Municipale, per la Lista Civica “L’Unione per Serravalle” .

BARBAGALLO Maria Donatella. Eletta Consigliere Comunale ed Assessore allo Sport, Tempo libero, Turismo, dal 1994 al 1998, con la Lista Civica “L’Unione per Serravalle”.

CISELLI Matilde. Eletta Consigliere Comunale con delega all’ecologia e tutela ambientale, dal 1994 al 1998, con la Lista Civica “L’Unione per Serravalle”.

CORTI Cristiana Antonietta. Eletta Consigliere Comunale con delega alla Cultura, Volontariato, Politiche Giovanili, dal 1994 al 2002, per la Lista Civica “L’Unione per Serravalle”.

TESTI Rossana. Eletta Consigliere Comunale di minoranza, dal 1998 al 2002, con la Lista di Rifondazione Comunista. Dal 2002 al 2007, iscritta nella lista civica de “L’Unione per Serravalle”, viene eletta Consigliere Comunale. Nel 2012 viene eletta Consigliere Comunale di maggioranza con la Lista Civica "Serravalle Nuova", con delega a Politiche della Terza Età - Protezione degli Animali.

PICOLLO Silvia. Consigliere Comunale di minoranza, dal 2002 dal 2007, con la Lista Civica “Insieme per Serravalle”. Nel 2012 viene eletta Consigliere Comunale di maggioranza con la Lista Civica "Serravalle Nuova", con delega a Pubblica Istruzione - Politiche Demografiche e di Integrazione.

POGGIO Antonella. Eletta Consigliere Comunale di minoranza, dal 2002 al 2007, con la Lista Civica “Insieme per Serravalle”.

AMELOTTI Laura. Eletta Consigliere Comunale di maggioranza nel 2012 con la Lista Civica "Serravalle Nuova" e delega a Politiche dell'Infanzia e Politiche Giovanili.

MARCHIONI Giulia. Eletta Consigliere Comunale di maggioranza nel ..... con la Lista Civica "La forza del Buonsenso". Nominata Vicesindaco.

Pagina in aggiornamento


Per approfondire

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1. Roberto Allegri, Gli statuti di Serravalle del 300, Società Storica del Novese.

2. Roberto Allegri, Serravalle nella storia, Società Storica del Novese, Edizioni Cassa di Risparmio di Alessandria, 1973.

3. Roberto Allegri, Serravalle due secoli di storia 1790-1990, Edizioni Società Storica del Novese, Comune di Serravalle Scrivia, 1990.

4. Roberto Allegri, Strutture fondamentali del dialetto Serravallese, Edizioni Associazione Pro Loco Serravalle Scrivia, 1987.

5. Roberto Allegri, Vocabolario e grammatica della lingua Serravallese, Comune di Serravalle Scrivia, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2007. (Include supporto CdRom).

6. Romolo Benasso, Uno di Serravalle, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2003.

7. Romolo Benasso, Un paese che non c'è più, Edizioni Joker, Novi Ligure, 2005.

8. Gianni Bobbio, Pensieri e parole ‘n libertà, cartuleine da Seravale, Comune di Serravalle Scrivia, Edizioni I Grafismi Boccassi, 2004.

9. Claudio Ciarlo e Stefano Sassi, La Luminosa ed altre storie, Edizioni Comune di Serravalle Scrivia, 1998.

10. Claudio Ciarlo, Saluti dal Novecento, Rotary Club Gavi - Libarna, Mauro Traverso Editore, Gavi, 2003.

11. Silvana Finocchi, Libarna, Maxim Editore, Castelnuovo Scrivia, 1996.

12. Emanuela Zanda, Libarna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, Provincia di Alessandria, Comune di Serravalle Scrivia, Umberto Allemandi & C., Torino, 2004.

13. AA.VV, La trasformazione permanente, quarant'anni di storia nel Novese (1963-2003), Sic Editrice, Novi Ligure, 2004.

14. AA.VV, Profilo storico di un'area industriale - Media Valle Scrivia - Piana di Novi, Rotary Club Novi Ligure, Mauro Traverso Editore, Gavi, 2005.

15. AA.VV, Benedicta 1944, L'evento la memoria, Associazione Memoria della Benedicta - Isral - Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea, Alessandria, 2004, (Include supporto CdRom).

16. Archeologia in provincia di Alessandria, a cura di M.Venturino, Gambari, Genova 2006.

16. A. Bacchetta, S. Carrea, La collezione archeologica del canonico Giovanni Francesco Capurro, in Novinostra, 2005, XLV, 1, pp. 3-15.

17. Libarna, a cura di S. Finocchi, Castelnuovo Scrivia 1995.

18. S. Maggi, Le domus di Libarna: una rilettura, in Abitare in Cisalpina. L'edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, a cura di M. Verzar-Bass, Antichità Altoadriatiche, 2001, XLIX, pp. 297-314.

19. G. Monaco, Forma Italiae. Regio IX: Liguria. 1. Libarna, Roma 1936.

20. E. Zanda, Libarna, Aree e parchi archeologici del Piemonte, 1, Torino 2004.

21. Il regalo del mandrogno: storia indiscreta di una famiglia / Pierluigi e Ettore Erizzo. - Boves : Araba Fenice, [2001].

La Comunità di Serravalle Scrivia conserva viva e vitale la Memoria dell'Eccidio nazifascista, consumato tra il 5 ed il 7 aprile del 1944, sulle vicine montagne di Bosio e Capanne di Marcarolo, nel cuore dell'Appennino Ligure- Alessandrino, ai danni di giovani partigiani e delle inermi popolazioni civili della zona. Un tragico evento che impose a Serravalle ed a molte famiglie serravallesi un pesante tributo in vite umane.

Sedici furono i ragazzi serravallesi che catturati alla Benedicta, vennero trucidati sul posto oppure deportati senza ritorno nei campi di sterminio nazisti:  Allegro Luigi, Bagnasco Sergio, Carrea Rino, Chiappella Adriano, Cosso Paolo, Cremonte Carlo, Gastaldo Giovanni, Grosso Enrico, Grosso Pietro, Icardi Enzo, Mazzarello Elio, Montecucco Enrico, Pontiggia Giuseppe, Sancristofaro Angelo, Segagliari Lorenzo (caduti alla Benedicta); Daffunchio Angelo (deceduto nel lager di Mauthausen).

Un Eccidio che ancora oggi suscita profondo sgomento, umana e civile indignazione, una severa inappellabile condanna morale, e che rappresentò una delle pagine più brutali della violenza nazifascista consumate nell'Italia del Nord, che ha legato indelebilmente al nome "Benedicta" la Memoria di uno degli eventi più importanti nella storia della Resistenza Alessandrina ed Italiana, della rinascita democratica del Paese.

Il 2 giugno 2007, l'Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia ha intitolato alla memoria dei "Ragazzi della Benedicta" il parco pubblico cittadino che circonda la storica Villa Caffarena (dimora asservita a comando militare germanico di zona, durante l'occupazione nazifascista), oggi sede della Biblioteca Civica "Roberto Allegri" e della Collezione di Arte Moderna cittadina.

Per iniziativa degli Enti Locali, dell'Isral, di singoli e di Associazioni, sui luoghi dell'Eccidio, in territorio del Comune di Bosio, nel cuore del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, intorno ai ruderi della Cascina Benedicta e del Sacrario dei Caduti è sorto il "Parco della Pace" che ricostruisce l'evento storico della Benedicta attraverso l'intersecarsi di itinerari turistici, culturali, didattici, ambientali, storici ed un Centro Rete Multimediale integrato nel progetto internazionale "Memoria delle Alpi" che accoglie ed informa i visitatori.


L'Eccidio della Benedicta

Il 7 aprile 1944 ingenti forze nazifasciste circondarono la Benedicta e le altre cascine dove erano dislocati partigiani e giovani renitenti alla leva fascista, colpendo duramente i giovani, spesso impossibilitati a difendersi per la mancanza di un adeguato armamento e di esperienza militare. Il rastrellamento proseguì per tutto il giorno e nella notte successiva. Molti partigiani, sfruttando la conoscenza del territorio, riuscirono a filtrare tra le maglie del rastrellamento, ma per centinaia di loro compagni non ci fu scampo. In diverse fasi i nazifascisti fucilarono 147 partigiani, altri caddero in combattimento; altri partigiani, fatti prigionieri, furono poi fucilati, il 19 maggio, al Passo del Turchino. Altri 400 partigiani furono catturati e avviati alla deportazione (quasi tutti a Mauthausen), ma 200 di loro riuscirono fortunosamente a fuggire, mentre i loro compagni lasciarono la vita nei campi di concentramento.

Il rastrellamento della Benedicta, che nelle intenzioni dei nazisti e dei fascisti avrebbe dovuto fare terra bruciata intorno alla Resistenza, non riuscì tuttavia a piegare lo spirito popolare. Anzi, proprio dalle ceneri della Benedicta il Movimento Partigiano, dopo aver avviato una riflessione anche spietata sugli errori compiuti, riuscì a riprendere vigore: la Divisione "Mingo", attiva nell'Ovadese, ebbe tra i suoi promotori proprio alcuni degli scampati alla Benedicta. Altri partigiani continuarono la loro esperienza in formazioni della Val Borbera e in altre divisioni partigiane dell'Appennino Alessandrino.

Nel 1996 il Presidente della Repubblica ha conferito alla Provincia di Alessandria la Medaglia d'Oro al Valore Militare per l'attività partigiana, con una motivazione che fa espresso riferimento all'Eccidio della Benedicta come evento emblematico della Resistenza del nostro territorio. Tre sono stati i Capi dello Stato che si sono recati in visita ufficiale al Sacrario e nei luoghi della strage per rendere omaggio ai Caduti della Benedicta, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini e Carlo Azeglio Ciampi.


Approfondimenti

Associazione Memoria della Benedicta


Risorse on line

https://www.chiekete.eu/2022/04/07/benedicta-serravallesicadutiedeportati/
https://www.anpiserravallescrivia.it/la-benedicta/
https://www.isral.it/luoghi/la-benedicta/
https://www.isral.it/centro-di-documentazione-della-benedicta/

Sacrario dei Martiri della Libertà

Presso il cimitero comunale detto "cimitero vecchio", un mausoleo ospita le spoglie dei Caduti Serravallesi per la Libertà, vittime della Resistenza e della Lotta per la Liberazione. Tra di essi il martire antifascista Mario Roberto Berthoud; i giovani serravallesi trucidati dai nazifascisti nel corso dell'eccidio della Benedicta. Ivi riposano anche gli antifascisti Giacinto Guareschi e Gemma Venezian in Guareschi, le cui figures sono ricordate da due bassorilievi artistici applicati all'ingresso del Sacrario nel 2021, ad opera dell'Amministrazione Comunale.

Localizzazione: Viale Martiri della Benedicta, s.n.c., Serravalle Scrivia


Monumento a Giacinto e Gemma Guareschi

Nell’omonima piazza, una lapide ricorda la figura di Giacinto Guareschi, antifascista, sindaco della Liberazione, della moglie Gemma Venezian, e del figlio Marco, giovane partigiano, catturato nel rastrellamento nazifascista della Benedicta, deportato e morto in campo di sterminio di Mauthausen. Nel 2021 i resti mortali di Giacinto e Gemma Guareschi vennero traslati ad opera dell'Amministrazione Comunale presso il "Sacrario dei Martiri della Libertà" - ove già riposa l'amato Marco - all'interno del cimitero di Viale Martiri della Benedicta.

Localizzazione: Piazza Giacinto Guareschi, snc., Serravalle Scrivia

La ricorrenza di San Martino viene celebrata a Serravalle, generalmente ogni 11 novembre, con la tradizionale Fiera di San Martino, sicuramente uno degli usi più radicati nella cultura e nella storia della comunità serravallese.

Immagine: "San Martino e il povero", di Salvo (Salvatore Mangione), olio su carta applicata su tela, G.A.M. Torino (https://www.gamtorino.it/it/le-collezioni/catalogo-delle-opere-online-gam/san-martino-e-il-povero).

La ricerca storica fa risalire il culto locale del Santo all'anno 1229, data in cui venne consacrata la Pieve di San Martino, sorta sulle rovine dell'antica Libarna ed antesignana dell'attuale Parrocchia dei S.S. Martino e Stefano. Questa rappresenta la prima testimonianza certa ma in realtà si pensa che la celebrazione della figura di San Martino risalga addirittura all'antica tradizione celtica di Ognissanti. Sorta di "Capodanno contadino", a San Martino si chiudeva l'anno agricolo appena trascorso, celebrandolo con grandi feste.

L'11 novembre era giorno di preghiera, di ringraziamento e tutta la cittadinanza si ritrovava, in segno di devozione intorno al busto argenteo del Santo, che ne conserva le reliquie. Secondo una tradizione, andata persa nei tempi più recenti, l'effigie sacra veniva accompagnata in processione solenne per le vie del paese.

Ma la festività di San Martino ha rappresentato da sempre un evento di grande importanza, non solo religiosa e civile, ma anche economica. Il periodo autunnale era propizio per il commercio di tutto quello che poteva servire ai contadini nel cambio di stagione, dalle scorte alimentari agli attrezzi, dai vestiti agli animali e a tutte le altre merci. La ricorrenza del Santo Patrono assumeva così anche un significato propiziatorio verso l'abbondanza dei raccolti e dei commerci. Un tempo le bancarelle degli ambulanti che animavano le vie del paese erano affiancate dal mercato del bestiame di piazza Paolo Bosio. (dove ancora oggi si tiene il mercato settimanale). In questa occasione, la più importante dell'anno era tutto un contrattare, gli allevatori mettevano in mostra le bestie più belle ed era possibile fare gli affari migliori.

Questo clima di giubilo entrava anche nelle case dei Serravallesi, anche dei meno abbienti, che celebravano la ricorrenza, preparando il "bibein" (il tacchino) ed altre pietanze "della festa". Questa era un'abitudine condivisa anche dai molti genovesi, che venivano a Serravalle appositamente per la fiera e per gustare questi piatti tradizionali.
Una volta si diceva anche "fare San Martino" e questa frase significava traslocare, lasciare un alloggio, perchè i contratti scadevano di regola il giorno di San Martino, inoltre nello stesso giorno si pagavano le locazioni e si rinnovavano accordi di ogni tipo.

L'11 novembre si beveva il vino novello (detto anche il "vino di San Martino") ed un tempo cominciava l'anno giudiziario, dei parlamenti e delle scuole, così come si svolgevano le elezioni comunali.

Il sito www.santovarni.it raccoglie e presenta una ricchissima documentazione non solo sulla storia e sui reperti del sito archeologico di Libarna, cui pure è dedicata un'ampia sezione. Altrettanto rilevanti sono gli studi, i disegni, le fotografie e le riproduzioni autografe che il Santo Varni dedicò ad una vasta regione che comprendeva naturalmente la Liguria ed in particolar modo il genovesato, ma che si estendeva alla Lunigiana, all'Oltregiogo, alla Valle Scrivia, che percorse come un rabdomante alla continua ricerca di monumenti da riprodurre e di testimonianze da raccogliere nelle sue carte.

Nella raccolta archivistica, per citare solo una parte della documentazione relativa alla Valle Scrivia ed al basso alessandrino, troviamo ampie documentazioni su marmi, bronzi, vetri dipinti e reperti ceramici provenienti da Libarna e Tortona; tavole ed appunti sugli affreschi della pieve e su un bassorilievo e di un dipinto nella chiesa di S. Pietro in Novi Ligure. E poi disegni e appunti delle tracce di pitture antiche e di reperti scultorei (romanici) presenti nella chiesa di S. Giacomo di Gavi con una rilevante presenza tra i materiali disegnati di reperti inediti e il rilievo della collocazione originaria di lastre decorate altomedievali, poi scomparse; sulla chiesa romanica di San Michele in Borghetto Borbera, oltre a materiali e pubblicazioni sulle diverse chiese romaniche della zona. E ancora carte sparse raccolte con i seguenti titoli "Appunti di una maiolica già serbata nel Castello di S. Cristoforo"; "Piccolo sepolcro a Stazzano"; "Avanzi di pittura a Vignole e a Pozzolo Formigaro"; una pubblicazione sulla chiesa di San Innocenzo di Castelletto d'Orba; tavole ed appunti relativi a Capriata, a un quadro di un Manfredino di Castelnuovo di Scrivia, alla chiesa abbaziale di Rivalta Scrivia. Naturalmente non mancano documenti e disegni dedicati ai centri maggiori della sua ricerca in Liguria (Genova e Ventimiglia, Albissola e Albaro, Savignone, Sarzana e Luni), Piemonte (Alba, Tortona), Toscana (Carrara e Firenze) e poi a Roma, Napoli, Torino e Milano. I suoi taccuini su cui ha redatto i suoi appunti di viaggio e che ha arricchito con decine e decine di disegni, a matita e a penna, sono una fonte inesauribile di informazioni e di curiosità per eruditi e studiosi, per semplici appassionati, per giovani ed adulti.

Tutto questo materiale, riordinato archivisticamente, trova posto sul sito santovarni.it organizzato dal Comune di Serravalle Scrivia affinché possa essere a disposizione di un vasto pubblico, consultato e studiato anche da remoto, e di cui si potrà richiedere la riproduzione del documento originale a biblioteca@comune.serravalle-scrivia.al.it.


Risultato del riordinamento del fondo "Santo Varni" - dal nome dell'ottocentesco poliedrico artista genovese, cultore e scrittore di storia dell'arte e collezionista appassionato, che lo pensò, ne realizzò la creazione e lo alimentò - fondo attualmente di proprietà del Comune di Serravalle Scrivia, è l'inventario che costituisce il fulcro del sito www.santovarni.it. Questo fondo, risulta essere una parte dell’Archivio storico dello scultore, acquisito dal Comune tramite legato e conservato presso la Biblioteca comunale “Roberto Allegri”, sede dell’Archivio storico comunale.
La maggior parte delle carte dell’Archivio Santo Varni, invece, donata dalla famiglia dell’artista, è conservata presso la Biblioteca dell’Accademia Ligustica di Genova. Si tratta di 91 faldoni, i cui documenti, riportano i rapporti dello scultore con artisti della città ligure e di luoghi diversi, e dati sulla sua attività e sulle sue opere.
Il presente intervento di riordino riguarda cinque faldoni di cui al momento di avviare il lavoro, esisteva un elenco sommario. Il lavoro di riordinamento è stato concepito all’interno di un progetto di valorizzazione dell’area archeologica di Libarna, curato dall’Amministrazione Comunale di Serravalle Scrivia, dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie (avente come referente il funzionario dott. Alberto Crosetto) e dalla Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici del Piemonte.
Infatti, i documenti prodotti da Santo Varni costituiscono per gli studiosi una fonte preziosa per salvare notizie su reperti e oggetti dell’area libarnese, ormai dispersi o non più identificabili. A tutela di questi beni documentari è intervenuta la Soprintendenza Archivistica del Piemonte e della Valle d’Aosta, nella persona del dottor Giuseppe Banfo, funzionario preposto alla supervisione
dell’Archivio citato, che ha seguito scrupolosamente ogni fase del lavoro archivistico fornendo importanti strumenti per la realizzazione dell’inventario. La catalogazione dei documenti, inoltre, è propedeutica ad un’opera di scansione dei singoli documenti da parte di professionisti della digitalizzazione cartacea. L’intera documentazione al momento dell’intervento risultava essere organizzata per lo più in fascicoli e in minima parte era costituita da album e carte sciolte.
I fascicoli, per la maggior parte, erano stati creati da Varni, con appunti e riferimenti alle fonti delle sue ricerche, svolte a fini didattici, per la sua attività di professore dell’Accademia delle Belle Arti di Genova. Tuttavia, in alcuni casi, erano stati rimaneggiati successivamente e condizionati in camicie con titoli attribuiti e conservati, come detto precedentemente, all’interno di cinque faldoni, numerati sul dorso da 1 a 5. Sulle unità archivistiche, (fascicoli e album), talvolta, compaiono segnature originarie, attribuite probabilmente da Varni. Unico “mezzo di corredo” era l’elenco-inventario, fornito dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, che descriveva nel dettaglio il contenuto di ogni faldone, attenendosi ai titoli riportati
sulle camicie dei fascicoli.

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